Non si può parlare di Modena senza citare le eccellenze industriali, artigianali e gastronomiche per cui è nota in tutto il mondo. Alla base della trasformazione che ha portato una provincia tradizionalmente agricola a sviluppare un sistema economico trainante a livello nazionale, c'è indubbiamente una cultura del lavoro fortemente radicata nel tessuto sociale della cittadina emiliana.

È tuttavia sufficiente fermarsi ai numeri per definire virtuoso un sistema lavorativo?
Come si misura il buon lavoro in termini di soddisfazione, giustizia, realizzazione, identità?
È possibile che il lavoro si trasformi in un idolo insidioso, opprimente e alienante anche in un contesto di relativo benessere e stabilità come quello modenese?
Su queste piste ha provato a impostare una riflessione evangelica il laboratorio sul Buon Lavoro a cura di Leonardo De Chirico, direttore del Centro Studi di Etica e Bioetica apre un’altra finestra dell'IFED di Padova.

Buon Lavoro a Modena - laboratorio per esplorare l'universo del lavoro dal punto di vista dell'Evangelo
I partecipanti sono stati coinvolti nel lavoro di comprensione e ricomposizione di una realtà frammentata dal peccato, in cui la sfera lavorativa non può avere un valore ultimo nella vita del credente, bensì penultimo, per non cadere nell'idolatria.

Il popolo di Dio è stato a lungo assente nell'intervenire nella realtà del lavoro con una proposta sistemica, lasciando il campo a narrazioni potenti e ideologie come quella capitalista, socialista e marxista, in cui il lavoro è una disgrazia, un costrutto umano o qualcosa di faticosamente necessario per raggiungere altri obiettivi.

Solo nel 2010 la dichiarazione di “L'impegno di Città del Capo” ha provato a colmare questo vuoto riconoscendo che “Dobbiamo compiere notevoli sforzi per educare tutto il popolo di Dio a una vita di discepolato totale, il che significa vivere, pensare, lavorare e parlare partendo da una visione del mondo biblica e con un'efficacia missionale in ogni luogo o circostanza della vita e del lavoro di tutti i giorni”.

È da Dio stesso infatti che si deve partire per comprendere la realtà. La Bibbia definisce Dio il primo “Lavoratore”: il lavoro è un suo dono e il nostro lavoro è modellato ad “immagine e somiglianza” del lavoro di Dio. L'analisi del progetto lavorativo originario esposto con chiarezza ed incisività da Leonardo De Chirico ha messo ben a fuoco i punti chiave su cui c'è da intervenire in modo attivo, personale e collettivo come discepoli di Cristo.

Fin dalla creazione Dio ha lavorato in reti di collaborazione (Padre, Figlio e Spirito Santo) ed in condizioni di giustizia realizzando qualcosa di buono e utile in sé e per il mondo.

Dal fallimento di Adamo ed Eva in Eden, queste categorie sono state distorte, corrotte e frantumate a causa del peccato che condanna l'uomo a cercare di ricomporre un enorme, complesso puzzle senza aver modo di vedere il disegno originale, come ha illustrato plasticamente De Chirico nella due giorni di conferenza.

La grazia di Dio (Padre) è però intervenuta in questo caos attraverso il Figlio incarnato, che ha compiuto l'opera (cioè il lavoro!) di redenzione che ha reso possibile una ricomposizione del progetto totale.

Coloro che sono stati trasformati e sono divenuti figli adottivi di Dio ad opera dello Spirito Santo hanno anche ricevuto l'incarico fondamentale di esercitare in maniera armoniosa ed equilibrata gli uffici regali, profetici e sacerdotali secondo il modello del Signore Gesù.

Su queste basi il credente può trovare i fondamenti per portare nella propria realtà lavorativa l'affidabilità e la responsabilità, per proclamare con grazia la Verità sia come denuncia delle ingiustizie, sia come dimostrazione di speranza, per farsi anche carico di pesi e problematiche che affliggono il prossimo, in vista di un sano cambiamento.

È importante essere pronti ad agire con fermezza per portare una prospettiva evangelica, senza rimandare, come ci insegnano gli esempi di Lutero e Calvino, William Wilberforce e Abraham Kuyper. Ad oggi non è ancora stato fatto molto, ma ci sono basi solide e incoraggianti per lasciare alle future generazioni delle piste di riflessione sane che sollecitino e incoraggino un impegno concreto: l'augurio è che questo laboratorio sia un buon punto di partenza per la città di Modena.

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